Disturbo ossessivo compulsivo

Cos’è il disturbo ossessivo compulsivo

La persona che soffre di disturbo ossessivo compulsivo (DOC) vive ansia ogni qual volta gli si presentino alla mente immagini, impulsi o pensieri, o si trovi innanzi a situazioni che teme si tramutino in sgradevoli o tragiche conclusioni.

Le ossessioni sono infatti pensieri o immagini che il soggetto riconosce come frutto della propria mente e che non giustifica rispetto al suo sistema di valori, vivendole nel lungo periodo come intrusive o inappropriate.

Tutti noi possiamo avere simili pensieri ma in genere non gli diamo credito, pensando “che sciocchezza” e passando oltre. Per l’ossessivo compulsivo invece normali pensieri intrusivi e privi di senso acquistano importanza. Frequenti e durature, le ossessioni sono vissute come inaccettabili, prive di senso o bizzarre. Provocano così un’elevata ansia, poiché non ritenute dipendenti da sé e quindi fuori dal proprio controllo, sebbene riconosciute come frutto della propria mente.

Nel disturbo ossessivo compulsivo, le ossessioni generano un dubbio (“E se quello che ho pensato si verifica?”), provocando l’angoscia data dal timore di vivere un senso di colpa opprimente, non sopportabile (“Se si verificasse, la responsabilità sarebbe mia.”).

Il contenuto delle ossessioni può essere il più vario:

  • di contaminazione (paura ed ansia di essere contaminati o sporcati da sostanze o agenti con cui è possibile entrare in contatto; ad esempio secrezioni, sporcizia, unto, insetti, prodotti chimici, ma anche di natura sociale quali tossicodipendenti, anziani o clochard, etc.)
  • di dubbio e controllo (caratterizzato da numerosi controlli volti a prevenire disastri; ad esempio di rubinetti del gas, della luce, delle porte, degli specchietti retrovisori, etc.)
  • di ordine e simmetria (ad esempio degli oggetti all’interno della propria casa o ufficio, secondo particolari criteri quali forma, colore, etc.)
  • di accumulo (o hoarding) di oggetti inutili e privi di valore poiché si ritiene un giorno potranno tornare utili
  • di ordine e simmetria, per cui ogni cosa deve essere ordinato, allineato, simmetrico
  • religiose (paura di dire o fare qualcosa di blasfemo, ad esempio bestemmiare o commettere agiti sacrileghi)
  • aggressive (relativi cioè a pensieri o immagini di violenza, di aggressività mossa contro se stessi o gli altri)
  • sessuali (relativi cioè al compiere atti sessuali disdicevoli, ad esempio di tipo incestuoso, o essere di un orientamento sessuale non accettato per se stessi)
  • superstizione eccessiva (ad esempio per un numero, un colore, un animale la cui visione provoca la necessità impellente di scongiurare il danno che si crede procuri)
  • di controllo (ad esempio di rubinetti, porte, gas… per il timore di incidenti o tragedie)

E’ probabile che un lettore che soffre di disturbo ossessivo-compulsivo non si rispecchi in nessuna categoria sopraccitata. Questo perché ossessioni e compulsioni assumono le forme più varie e soggettive. Ciò che accomuna le ossessioni è che per chi ne soffre assumono carattere di veridicità (è molto probabile che ciò che hanno pensato si verifichi) e che, se si verificano, è a causa di un’azione che ha fatto (o, al contrario, ha omesso di fare). L’ansia scatenata dalle ossessioni porta la persona a metter in atto le compulsioni: intenzionali comportamenti ripetitivi (ad esempio lavarsi le mani, controllare, seguire un determinato tragitto, etc) o azioni mentali (come contare, pregare, etc.) che assumono la forma di rituali.

Facciamo un esempiouna signora all’improvviso pensa di uccidere il nipote strozzandolo, comportamento per lei inconcepibile e pensiero non giustificabile. Tutto ciò le procura forte ansia e, convinta del poter uccidere realmente il nipote per il fatto di averlo pensato, non si avvicina al nipote se non in presenza di altri, non lo accarezza ed evita di avere oggetti potenzialmente pericolosi che potrebbe usare in sua presenza.

Un altro esempio, forse quello più noto, è quello di un individuo che teme di entrare in contatto con eventuali batteri, evitando così di toccare ogni possibile oggetto sporco o una persona poco pulita (tantomeno ferita) lavandosi ripetutamente le mani o ricorrendo alla lavanderia più volte la settimana.

Scopo delle compulsioni è quindi la riduzione dell’angoscia provocata dalle ossessioni. Allo stesso modo le compulsioni possono essere concepite come una strategia che il paziente ossessivo compulsivo mette in atto per scongiurare le conseguenze temute o neutralizzare le ossessioni.

Ossessioni angoscianti e compulsioni così pervasive, riducono la qualità di vita della persona poichè:

  • richiedono una considerevole quantità di tempo
  • compromettono le normali attività quotidiane della persona

Il legame ossessioni – compulsioni tende ad essere inconsapevole per il paziente. Ciò che invece la persona riconosce è il carattere intrusivo, eccessivo ed irragionevole delle ossessioni. Si tratta cioè di pensieri o immagini che l’individuo “subisce”: le giudica bizzarre, assurde e tenta di scacciarle in ogni modo, ma queste persistono nonostante gli sforzi fatti (tipicamente cercando di sopprimerli, distraendosi o evitando situazioni che li potrebbero scatenare). Diversamente dalle preoccupazioni sono insensate anche perché eccessive e non riguardano preoccupazioni reali di vita.

Si parla di disturbo ossessivo compulsivo, poiché si stima che nell’80% dei casi il paziente presenta entrambi i sintomi, più raramente solo compulsioni o solo ossessioni. In presenza di ossessioni infatti, una volta che il soggetto tenta di ridurre l’ansia con le compulsioni, difficilmente resiste a non compierle: l’ansia aumenterà diventando intollerabile.

Le compulsioni sono dunque un fattore di mantenimento, che non darà mai la possibilità di verificare la veridicità della propria convinzione (“l’ho pensato, quindi succede”). Inoltre, se svolte da lungo tempo, possono diventare abituali al punto da non aver più il bisogno di essere precedute dalle ossessioni per essere agite.

L’ossessivo compulsivo può mettere in atto altri comportamenti volti alla riduzione dell’ansia o alla prevenzione di disgrazie temute: evitare situazioni che possono provocare le ossessioni, richiedere rassicurazioni continue ai propri cari o coinvolgerli nei propri rituali.

Il DOC può essere accompagnato dalla contemporanea presenza di disturbi del sonno, tic, abuso di alcool o farmaci, disturbo depressivo, disturbi alimentari o altri disturbi d’ansia.

Si stima che il 2-3% della popolazione italiana soffre di disturbo ossessivo-compulsivo. Il DOC è presente in egual modo tra uomini e donne e non vi sono differenze per età.

Non trattato in fasi iniziali, il disturbo ossessivo compulsivo tende nella maggior parte dei casi a diventare cronico. Meno frequentemente i sintomi restano stabili oppure si presentano in modo “fluttuante” (con frequenti alti e bassi, a frequenza incostante, spesso in funzione dello stress vissuto).

Il disturbo ossessivo compulsivo

 

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Dott.ssa Passerotti Elisa